Caccia alle streghe: un caso italiano

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Le streghe sono esistite davvero? Certo, non c’è dubbio, e non sto parlando di tua moglie. Sono esistite, nella storia, centinaia di nomi e donne messe al rogo per delitti e peccati compiuti in favore di satana.

Persone accusate di nuocere alla società, di fare del male ad altri con mezzi inspiegabili. Perché l’inspiegabile spaventa troppo per rimanere tale. L’essere umano è costantemente alla ricerca di spiegazioni.

Purtroppo però è impossibile spiegare determinati fenomeni, se a mancare sono le conoscenze necessarie. Il problema non si pone quando a fare capolino dal nulla è un morbido e ben pasciuto capro espiatorio.

La storia che ti racconterò oggi è italiana, e si svolge alla fine del 1500 in Liguria. Una storia a metà tra il drammatico e l’inspiegabile, che come al solito viene rischiarato dalla scienza psicologica. Dalla teoria, appunto, del capro espiatorio.

Oggi, come nella puntata precedente, andremo oltre la psicologia, addentrandoci nella psichiatria.

Sebbene le donne uccise per delitti di stregoneria e affini siano state moltissime, solo i nomi di alcune sono arrivati a noi. Streghe famose, in grado di far tremare le menti dell’ordine patriarcale.

Una delle storie più macabre riguarda Merga Bien, donna vissuta a cavallo tra il 1500 e il 1600, uccisa con un bambino in grembo, perché ritenuto il potenziale anticristo figlio del diavolo.

Quella di Merga però è una storia internazionale che nasce e si spegne in antiche terre tedesche. Fermiamoci in italia, nelle lande che profumano di mare, pesto e focaccia appena sfornata.

Triora è un piccolo comune di poco più di 300 abitanti, ormai tranquillo e pacifico. Il luogo ideale per farsi una passeggiata rilassante lontani dallo smog e dalla confusione cittadina. Al tempo dei fatti che sto per raccontarti, però, la città era un vero e proprio borgo fortificato, facente parte della repubblica di Genova.

Un punto strategicamente prezioso per via della sua centralità nei rapporti commerciali con altri potenti regni dell’epoca, che tuttavia attorno al 1587 dovette sopravvivere ad una grande crisi, dovuta alla carestia.

Una carestia improvvisa, probabilmente dovuta ad alcune scelte di carattere politico economico dei regnanti. Meccanismi impossibili da spiegare ad un popolo umile, guidato dagli istinti in una semplice esistenza all’ombra dell’ignoranza contadina.

Ed è esattamente qui che entra in gioco la stregoneria. Un comodo capro espiatorio, di facile comprensione, al quale era possibile addossare ogni colpa. Furono i regnanti locali, probabilmente unici colpevoli della situazione, a chiedere l’intervento della chiesa per liberare Triora dalle sfortune del momento.

Gli inquisitori della chiesa intrapresero così una violenta caccia, chiedendo in primis alla popolazione di denunciare gli adepti del diavolo che per forza di cose erano tra la folla. Gli arresti furono in totale più di trenta.

Come da consuetudine del tempo, le persone accusate di stregoneria venivano prima arrestate, poi sottoposte a orribili torture per ottenere una confessione fasulla, utilizzata come unica prova incriminante per esercitare la pena di morte.

Le accusate venivano segregate e torturate in case adibite a carceri di fortuna. Alcune di esse morirono per le ferite provocate, altre si suicidarono. E, come ben potrete immaginare, l’atto del suicidio venne interpretato come una confessione ancora più significativa.

Venne così ad instaurarsi un regime del terrore, nel quale le persone faticavano a fidarsi tra loro, tradendosi a vicenda per paura di essere denunciate per peccati di stregoneria mai commessi. E, si sa. Il terrore è contagioso.

In pochi mesi, infatti, la caccia sanguinaria si espanse anche nei paesi vicini. Ora a fare paura non era più la carestia. Il popolo aveva ottenuto il tanto agognato capro espiatorio: tredici donne accusate di stregoneria e delitti contro la chiesa vennero processate, ed alcune di esse condannate ad ardere sul rogo.

Le esecuzioni si sarebbero dovute tenere a Genova, dove le donne erano prigioniere da più di un anno. Il 23 Aprile 1589 però, per concessione della massima autorità politica genovese, ovvero il doge in carica, il processo venne fermato.

Il futuro di quelle tredici anime, però, rimane tutt’ora sconosciuto. Alcuni sono convinti che, nonostante la torbida assoluzione, vennero tenute prigioniere fino alla morte. Altri studiosi invece suggeriscono che vennero lasciate libere di tornare alle loro vite, sebbene lo stigma dell’essere streghe non avrebbe mai permesso loro di recuperare le esistenze precedenti.

Una storia affascinante, di straordinario dolore umano. Una vicenda che lascia l’amaro in bocca, dalla quale spicca quasi spontaneamente un pesante interrogativo: perché? Quale fu il motivo di tanto odio?

La teoria del capro espiatorio ha a che fare con un amico che ci accompagna tutti i giorno: il pregiudizio.

Secondo gli scienziati psicologi, in determinate situazioni come la caccia alle streghe di Triora, sarebbe una frustrazione interna ad un gruppo ad appiccare il fuoco della follia. Tutto ha quindi inizio con la carestia, un evento impossibile da gestire agli occhi dei più umili che costituiscono la folla inferocita che, alla ricerca di una motivazione semplice da comprendere, intraprendono la caccia alle streghe.

Una frustrazione che non ha nulla a che fare con la realtà, ma è semplice da comprendere, e che si trasforma in rabbia e odio ingiustificato. Tali meccanismi si intensificano col tempo, perché chiaramente trovare un capro espiatorio non risolve la situazione.

Così, dopo l’incarcerazione e la tortura, la folla va alla ricerca di altri capri da aggiungere ad un vero e proprio gregge espiatorio. Il passo successivo, descritto dagli studiosi, è un clima del terrore caratterizzato da uno spirito di vendetta verso qualcuno o qualcosa che poco ha a che fare con le reali cause del malcontento.

Le persone tendono quindi a razionalizzare, ovvero a cercare continuamente prove a supporto delle loro ipotesi per mantenere la convinzione di sentirsi nel giusto.

E poco importa se tali prove siano assurde o completamente contrarie ad ogni stato di moralità.

Tali comportamenti sono del tutto umani. Vicende del tutto identiche alla caccia alle streghe di Triora costellano la storia recente. L’episodio più famoso rimane il processo alle streghe di Salem di fine 1600, che tuttavia rappresenta l’episodio finale di una caccia alle streghe protrattasi per più di un secolo sui territori americani.

L’unico modo per evitare che tali episodi si compiano di nuovo rimane solo ed esclusivamente… il sapere. La conoscenza teorico-pratica dei meccanismi psicologici delle persone, che permetterebbe di individuare subito la minaccia del capro espiatorio  evitando di rovinare la vita a persone innocenti.