Licantropia Clinica: casi reali

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Gergef, un paesino tra i monti. Una piccola oasi di pace e serenità, che vive dei frutti della terra. Cereali, latte animale, prodotti caserecci. Amore, serenità e fratellanza. Si dorme con le porte aperte, perché nessuno ha mai rubato niente.

C’è fiducia incondizionata tra noi abitanti. Ognuno lavora per l’altro, e la società cresce sempre di più.

Certo… fino all’altra notte. Lukas, padre di due meravigliosi bambini e una moglie altrettanto meravigliosa è stato trovato interamente coperto di sangue tra gli arbusti al limitare del bosco.

Ad una prima ispezione, non abbiamo trovato alcuna ferita fisica: evidentemente il sangue non era suo. Dopo averlo accompagnato a casa, abbiamo fatto un’orrenda scoperta: i figli e la moglie giacevano nel salotto senza vita in un bagno di liquido rosso ormai incrostato.

Approfittando del nostro sgomento, Lukas è fuggito nel bosco ululando, correndo a quattro zampe. Ora la situazione è cambiata parecchio, qui a Gergef. Dormiamo con le porte chiuse, e con le armi bene in vista.

Dobbiamo essere pronti a difenderci da Lukas, l’uomo lupo che ha ucciso la sua famiglia in nome di un istinto primordiale, che l’essere umano moderno, per fortuna, ha perso: l’istinto di uccidere…

Oggi esploreremo ciò che in gergo medico viene chiamata Licantropia clinica. Una sindrome psichiatrica considerata rarissima, che spingerebbe le persone a comportarsi da “lupo”, uccidendo e ululando.

Lo faremo prendendo in considerazione uno dei primi serial killer della storia ad essere stato documentato, considerato come il caso di licantropia più famosi della storia.

Il termine licantropia deriva dal greco antico, ed è il risultato dell’unione di due parole:  λúkος, lykos «lupo» e ἄνθρoπος ànthropos «uomo» quindi letteralmente: «lupo-uomo». Un muta-forma con abitudini antropofaghe e un appetito fuori dal comune.

Secondo le leggende, esistono differenti tipologie di uomini lupo: in alcuni casi l’individuo è stato maledetto, e si trasforma contro la sua volontà ad ogni luna piena.

In altri casi, invece, essere uomo lupo è un potere conferito da una discendenza di sangue, e quindi grazie ad alcuni antenati magici è l’individuo a decidere se e quando trasformarsi.

Benché tale creatura venga considerata facente parte del folklore e del mito, esisterebbe una patologia psichiatrica che vedrebbe la persona credere di trasformarsi in un lupo con l’avvento della luna piena, come nei film.

Tale concetto viene indicato con il termine licantropia clinica, e oltre alle credenze di trasformarsi in un animale, i sintomi non sono ben specifici. È tuttavia presente nella storia dell’umanità un caso celebre di licantropia: quello del killer tedesco Peter Stubbe, nato e vissuto tra il 1525 e il 1589 in una piccola cittadina rurale nei pressi di Colonia.

Secondo le cronache di quel tempo, Stubbe venne accusato di aver ucciso alcune donne e una decina di bambini. Ciò che risulta essere più assurdo è che tra quei bambini assassinati troviamo anche… i suoi stessi figli.

Proprio così: Stubbe avrebbe brutalmente massacrato anche la propria prole senza un motivo specifico.

Il particolare più agghiacciante, tuttavia, riguarda il suo modus operandi: l’uomo sgozzava le vittime con i suoi stessi denti, mordendo con forza alla giugulare. Un comportamento caro a grandi predatori come il leone.

Antiche cronache riportano anche che, dopo avergli uccisi, il serial killer era solito portare i cadaveri in luoghi appartati per poterne bene il sangue, o consumarne gli organi in santa pace.

Oltre agli esseri umani, nelle notti di luna piena Peter Stubbe sventrava e si cibava di capi di bestiame. Venne arrestato quando, dopo un tentato omicidio fallito, venne riconosciuto da un testimone.

La deposizione di colpevolezza dell’uomo ha ben poco valore, perché venne estorta sotto tortura. Peter ammise di aver praticato magia nera, e di essere stato sedotto dal diavolo. Il demonio, infatti, gli avrebbe regalato una cintura magica grazie alla quale poteva trasformarsi volontariamente in un lupo.

Un vero e proprio licantropo assetato di sangue che non risparmia nemmeno i propri figli.

Ovviamente, venne condannato a morte, sottoposto ai peggiori supplizi del tempo e infine bruciato. Una sorte che la chiesa riservava spesso agli accusati di stregoneria, o a malati psichiatrici.

Ed esattamente di questo si tratta: la licantropia clinica esiste, non è una leggenda. In letteratura scientifica è possibile trovare numerosi articoli che raccontano di più di cinquanta casi studio dove le persone si comportano esattamente come Peter Stubbe. Quasi nessuno di questi, però, vede la voglia di uccidere come sintomo.

La licantropia clinica è un esempio di delirio di trasformazione somatica. La persona, quindi, tenderà a percepirsi come trasformata in un animale e metterà in atto comportamenti specifici di quell’animale.

Tali disturbi, spesso accompagnati da allucinazioni, non riguardano unicamente la credenza di potersi trasformare, ma comprendono anche ogni altra falsa credenza possibile sul nostro corpo.

Tornando alla Licantropia Clinica, è certamente possibile credere alla sua esistenza, tuttavia il professionista più indicato al quale rivolgersi rimane lo psichiatra, e nessun altro.

L’esorcismo, così come la tortura come strumento di coercizione, non è mai una buona scelta. Certo, oggi fa sorridere, tuttavia in passato gli psichiatrici venivano trattati come veri e propri mostri.

La malattia mentale è stata spesso demonizzata o utilizzata come casus belli, nel corso della storia, per eliminare determinati personaggi scomodi che andassero in qualche modo a minare credo religiosi di ogni tipo.

È il caso delle streghe, una vera e propria persecuzione nei confronti di individui senza il benché minimo peccato. Il diverso, il deviato dalla normalità che è possibile trovare nel gruppo delle persone “per bene come noi”. Quali potrebbero essere i meccanismi e le teorie psicologiche in grado di spiegare tali comportamenti?

Lo scopriremo nei prossimi contenuti, qui sul sito ma soprattutto sulle maggiori piattaforme audio.