La tavola Ouija, conosciuta anche come ouija board, ha affascinato e inquietato generazioni. Questo strumento, spesso associato al paranormale e allo spiritismo, ha suscitato dibattiti sia nel campo della divinazione che in quello scientifico. In questo articolo, esploreremo il mondo della tavola Ouija, dalla sua storia alla sua funzione, e analizzeremo i meccanismi psicologici che possono spiegare come e perché si muove la planchette. Scopriremo se è possibile manipolare la realtà attraverso questo strumento o se si tratta di fenomeni naturalmente spiegabili.

Come funziona una seduta con la tavola Ouija?

Le tavolette Ouija vivono nell’immaginario collettivo come uno strumento legato al mondo dell’occulto.

Ad un occhio inesperto potrebbe apparire come una innocua tavola di legno con lettere dell’alfabeto, numeri da 0 a 9, un si e un no disegnati rispettivamente in alto a sinistra e a destra, e per le più costose anche un “arrivederci” dipinto al centro, all’estremità più bassa.

Tutto l’occorrente che permette ai demoni di rispondere alle nostre domande, spostando la Planchette, ovvero il puntatore che funge da medium tra… noi e loro.

Come si gioca?

I partecipanti evocano l’entità con cui desiderano comunicare e poi poggiano, in modo leggero, l’indice della mano destra sull’indicatore. In seguito lo strumento inizia a muoversi prima lentamente e poi con maggiore decisione e celerità, segnalando le lettere o i numeri che compongono la risposta.

Per essere precisi, non è necessario possedere una planchette per giocare. È infatti possibile sostituire il puntatore con qualunque oggetto che scivoli con facilità sulla tavola, come bicchieri o monete. E, ad essere sinceri… non è strettamente necessario possedere nemmeno una tavola Ouika. Sarebbe sufficiente simularla su un foglio, trascrivendo lettere, numeri e via dicendo.

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Cronaca nera e tavola Ouija: casi reali

Esistono numerosi fatti di cronaca nera attribuiti all’utilizzo delle tavole. Uno dei più struggenti riguarda la storia di una giovane ragazza: Jennifer Springman. Si dice che Jennifer, all’età di 14 anni, abbia evocato tramite la ouija uno spirito con un’amica. Quest’ultima, nel bel mezzo della seduta, avrebbe chiesto a che età sarebbe morta Jennifer, e in quali circostanze.

La risposta della tavola fu agghiacciante: jennifer sarebbe morta all’età di 18 anni, uccisa da un killer. Le due interruppero subito la seduta, e col tempo se ne dimenticarono. Fino a quando, a poche settimane dal suo diciottesimo, la ragazza venne trovata morta in un vicolo, brutalmente strangolata.

Oltre a fatti simili, il cinema ha reso la Ouija una vera e propria star. Sono stati infatti prodotti più di 40 film, dal 1920 ad oggi, che hanno sfruttato la fama delle tavole per conquistare il pubblico.

Quanto c’è di vero? 

Spiegazioni scientifiche del fenomeno

Il movimento della planchette sulla tavola Ouija è spesso attribuito all’effetto ideomotorio. Questo fenomeno psicologico descrive i movimenti involontari del corpo in risposta ai pensieri o alle emozioni, senza che l’individuo ne sia consapevole.

Aggiungiamo quindi un pezzo più scientifico all’effetto ideomotorio: il Sense of Agency.

Potremmo descrivere il sense of agency come quella percezione che ci fa riconoscere una spinta interna come causata da qualcosa al di fuori da noi, per esempio uno spirito.

La sensazione è reale: chi gioca con le ouija percepisce sulla sua pelle una spinta direzionale, e in molti giurano di percepire inoltre tocchi sulla testa o sulle spalle, spiegati come un tentativo di contatto più intimo da parte dello spirito.

Come si fa, però, a fornire una prova valida del fenomeno? Ai molti sembra impossibile, perché bisognerebbe essere nella testa di chi partecipa. O nella testa, o negli occhi.

L’esperimento di Andersen e colleghi del 2018 ha messo in luce alcuni aspetti decisamente rilevanti, fornendo alcune risposte tramite una delle tecnologie più promettenti degli ultimi 30 anni in ambito scientifico psicologico: l’eye tracking.

L’eye Tracking è una tecnologia che permette di capire dove e quando la persona stia guardando.

Grazie ad essa, gli sperimentatori sono stati in grado di arrivare ad una grande verità: lo sguardo delle persone si posa sulla lettera o sul numero che compongono le risposte molto prima di quando si sposti effettivamente il puntatore.

Come se, in cuor suo, il partecipante avesse già in mente la risposta. Ecco la prova del Sense of agency: certo, la sensazione di essere spinti da forze a noi esterne è reale, ma si tratta di un’illusione della nostra mente.

La teoria di Andersen spiegherebbe anche perché se il gioco viene svolto da bendati, le risposte indicate con lettere e numeri apparirebbero insensate. Proprio perché appunto mancherebbe il lato visivo.

Tavola Ouija nella cultura popolare

La tavola Ouija ha trovato un posto di rilievo nella cultura popolare, apparendo in numerosi film, libri e serie televisive. Queste rappresentazioni hanno contribuito a creare un’aura di mistero e, a volte, di paura intorno a questo strumento.

Molte persone condividono storie e testimonianze delle loro esperienze con la tavola Ouija. Queste variano da incontri benigni a racconti di eventi spaventosi, rafforzando il fascino e il mistero che circondano la tavola.

Tutorial tavola Ouija: come usarla correttamente

Per coloro che sono interessati a sperimentare la tavola Ouija, è importante seguire alcune linee guida di base per garantire una seduta sicura e rispettosa. Questo include stabilire un ambiente tranquillo, avere un approccio rispettoso e terminare la seduta correttamente.

Per concludere

  • La tavola Ouija è un oggetto affascinante che unisce storia, mistero e psicologia.
  • L’effetto ideomotorio gioca un ruolo chiave nel movimento della planchette.
  • Sebbene rimanga un oggetto di dibattito, la tavola Ouija continua a intrigare e affascinare.

La tavola Ouija rappresenta un ponte tra il mondo del paranormale e la comprensione scientifica della psiche umana. Che si creda o meno nelle sue capacità di comunicazione con l’aldilà, rimane un esempio affascinante di come credenze e psicologia possano interagire creando esperienze uniche e indimenticabili.