01 Gennaio 2022

Coulrofobia: perché abbiamo paura del clown?

Ascolta l’episodio cliccando qui sotto!

San Bernardino, California, anno 1940. I fratelli Dick e Mac McDonald fondano il capostipite di un impero che con il passare del tempo conquisterà il mondo: apre il primo MC-Donald.

Come ogni grande brand che si rispetti, anche MC-Donald ha bisogno di un simbolo forte, che aiuti ad essere ricordato. Un volto umano, volgarmente definito da molti con il termine Mascotte.

Nasce così Ronald MC-Donald, un pagliaccio. Un clown apparentemente gentile che appare nei primi spot televisivi degli anni 60 come un cordiale burlone, sempre pronto a strappare un sorriso ai bambini.

Dopo una celebre ascesa, però, qualcosa sembra non funzionare. Perché i bambini degli anni 60 diventano adulti, e Ronald non fa più ridere nessuno. Lo stesso MC -Donald si trasforma, cambiano i valori del brand e i target della comunicazione.

Questa è una delle tante spiegazioni logiche fornite online alla moltitudine di persone che cerca una spiegazione alla misteriosa sparizione di Ronald MC Donald dalla scena. Secondo molti, il clown sarebbe stato tagliato fuori perché controproducente a causa di alcuni fatti di cronaca nera e non.

Perché nel 1986 uno scrittore talentuoso scrive e pubblica un romanzo Horror, dal quale verranno poi prodotte serie televisive e prodotti cinematografici ad alto in patto. Mi riferisco ovviamente a Stephen King e alla sua opera più famosa: it.

Nell’iconica scena iniziale sarà proprio il Clown Pennywise, una delle forme principali di IT, ad attirare Georgy in una trappola mortale.

Cavalcando l’onda di PennyWise, dopo gli anni 2000, infatti, i clown diventano sinonimo di terrore e scherzi spaventosi. Bastano cinque minuti su YouTube per farsi un’idea dei vari pranks – termine tipico utilizzato per descrivere queste marachelle –  che mostrano pagliacci armati di ascia e martello inseguire in luoghi isolati, o in ampi parcheggi sotterranei, poveri malcapitati.

Perché i Clown fanno così paura? Quali potrebbero essere i meccanismi psicologici che rendono dei buffi pagliacci così spaventosi?

Le storie fantastiche di fumetto e cinematografiche sembrano richiamare in modo naturale la cosiddetta paura del pagliaccio.

Procedendo con ordine, nel 1940, un attimo prima dell’apertura del primo MC Donald viene concepito Joker, un assassino psicotico che agisce senza controllo.

Un criminale intelligentissimo ma fortemente instabile che grazie a tali abilità sembra essere impossibile da decifrare.

Nel 1986 Stephen King rivela in tutto il mondo che in un clown si annidano le radici del male con il prima citato IT. Scommetto che chiunque, che sia amante di fumetti o cinema o meno, conoscerà tali personaggi.

Il male ha un lato comico che si eccita in modo singolare, provocando le sfortune e persino la morte delle persone.

Un’idea che però prende vita ben prima della pubblicazione di IT, e purtroppo nella realtà. Si, perché la malvagità si incarna in un uomo dalla natura mite e insospettabile. John Wayne Gacy, ha una doppia vita.

Di giorno intrattiene bambini con un costume da pagliaccio, facendosi chiamare Pogo the clown. Di notte, dando sfogo alle sue più intime passioni, uccide per piacere… sessuale. A lui furono attribuiti più di trenta omicidi a sangue freddo, tra il 1970 e il 1980. Per questo ed altri motivi macabri, come quadri da lui dipinti raffiguranti Pagliacci tristi, viene ricordato come The Killer Clown.

Si espanse così tra gli psicologi clinici l’idea che la paura dei pagliacci dovesse avere un nome. Venne coniato il termine (COOl-ruh-FOE-bee-uh) – poi traslitterato in italiano come coulrofobia – un vero e proprio disturbo psicologico definito come la paura irrazionale e patologica dinanzi ai clown

La parola deriverebbe dal greco. Precisamente dall’unione di due termini che pronunciate nella lingua antica farebbero più o meno così: κωλοβαθριστής cioè colui che cammina sui trampoli e  φόβος ovvero paura. Coulrofobia significa letteralmente paura di chi va sui trampoli.

Una paura che non è stata ancora studiata a dovere, ma che è possibile riconoscere appunto come una vera e propria fobia. I sintomi riguarderebbero appunto un forte timore e uno stimolo considerato da molti studiosi irrazionale alla vista di Clown, che siano essi in video o dal vivo.

Nausea, tremori, un insane sentimento orrorifico, fiato corto e perfino nausea. Ad essere Coulrofobici potrebbero essere tanto i bambini quanto gli adulti.

Nel 2017, Meiri e colleghi pubblicarono appunto uno studio dal nome Fear of clowns in hospitalized children: prospective experience.

Nello studio, appunto, gli scienziati si interrogarono sul perché i clown facessero così paura, e decisero di raccogliere informazioni su un gruppo piuttosto speciale: i bambini in ospedale.

Per i piccoli infatti non è raro imbattersi negli MC – i medical clown – parte integrante dello staff pediatrico di molti ospedali.

Nonostante sia indubbio che il medical clown abbia un risvolto più positivo che negativo, nessuno – secondo gli autori – aveva mai indagato quanto tali bambini soffrano della celebre paura irrazionale nei confronti del Clown.

Ed effettivamente la Coulrofobia venne riportata da circa l’1,2% dei bambini partecipanti allo studio. Una prova del fatto dell’esistenza di tale psicopatologia, non ancora inserita nei manuali diagnostici principali.

Chiaramente, per ottenere una diagnosi di fobia, sarà necessario rivolgersi ad un professionista della salute mentale, evita l’autodiagnosi. Detto questo, vorrei soffermarmi su un termine che gli studiosi utilizzano per descrivere la coulrofobia: irrazionale.

Certo, una fobia è sempre irrazionale. Io, per esempio, potrei avere paura delle farfalle e percepire alla sola vista di esse un autentico senso di terrore, impazzendo letteralmente al contatto. In questo caso non ci sarebbe motivo razionale in grado di spiegare la mia paura perché i casi di morti dovuti a farfalle letali in italia non esistono.

Per i pagliacci, invece, è parecchio differente. Youtube è stata invasa da un numero indefinito di video riguardanti appunto persone travestite da clown che cercano in tutti i modi di spaventare ignari passanti.

Nei casi più macabri, le clip vengono girate in notturna, all’interno di ampi parchi o zone disabitate. Esistono poi i fatti di cronaca citati, dove il Killer Clown è esistito veramente.

Quindi, sarebbe lecito affermare l’irrazionalità della Coulrofobia, oppure potrebbe essere più una sorta di timore appreso, dovuto a molteplici fattori reali e fantastici?

La società cambia, evolvendosi nel bene e nel male. Se da una parte grazie all’avanzamento tecnologico alcune patologie psicologiche e non vengono debellate, con l’utilizzo di strumenti poco conosciuti ne esplodono altre.

Così, grazie alla massima adozione dei video online, non è difficile pensare che paure come la Coulrofobia possano espandersi. In casi simili è d’obbligo il condizionale, perché le variabili in gioco sono sempre troppe.

La paura dei Clown… Che sia il motivo per il quale Ronald MC Donald venne abbandonato dal colosso Statunitense? Plausibile… rimane una possibilità che tuttavia non troverà mai risposta certa. Ciò che sappiamo, tuttavia, è che la paura dei Clown esiste, è stata studiata in letteratura scientifica sebbene ancora molto poco, ma non per questo deve essere sottovalutata.